Pochi giorni fa è scomparso un grande dell'arte del capello, Aldo Coppola, per molti forse è un nome come un'altro ma non per me.
Ho visto il suo lavoro, la prima volta attraverso un calendario, che puntualmente arrivava presso la bottega da parrucchiera di mia madre, che come molte altre parrucchiere usava i prodotti Oreal, assieme ai prodotti arrivava proprio in questo periodo dell'anno, il calendario.
Ogni anno fotografi strabilianti si davano il cambio per l'impronta della campagna pubblicitaria ma l'unica costante erano le acconciature favolose di Aldo Coppola, lui era il creatore del leit motiv che segnava tutto l'anno, ricordo un calendario ispirato all'Africa e uno favoloso al mondo animale, un'altro realizzato in Amazzonia, tutti hanno segnato la mia immaginazione, allora come oggi stento a trovare una euguale potenza visiva e ancora meno una euguale padronanza della materia "capello".
Per me Aldo Coppola è stato e rimarrà sempre il poeta del capello, le sue acconciature erano inconfondibili sia che le sue ispirazioni attingessero ad un mondo fatato o terreno oppure a donne forti o delicate il suo tocco era sempre deciso e scultoreo.
Di quei calendari serbo ancora qualche copia da parte perchè allo scadere dell'anno, sia io che mia madre, non abbiamo avuto cuore a buttare via tanta bellezza.
Qualche anno più tardi ho potuto conoscere Aldo Coppola di persona, nel retro di un backstage di una sfilata a Roma, io come staff della Valentino e lui deus ex machina di uno staff di parrucchieri che era lì per curare hairstyling della maison.
Un grande uomo in tutti i sensi, con i suoi collaboratori, deciso e sempre educato anche quando la pressione della sfilata si era fatta alta.
Lui possente, un 'omone nel senso fisico del termine uno di quegli uomini che non immagineresti capace di sprigionare tanta delicatezza, dall'aspetto sembrava più un uomo da lavoro duro, forse un allevatore di cavalli o un agricoltore con delle mani grandi e forti che nel vederlo al lavoro non ti capaciti di come con quelle dita siano capaci di donare leggerezza ad un ciuffo piccolissimo di capelli, eppure quelle dita con pochi gesti eleganti e veloci erano dotate dell'arte di trasformare un esiguo ciuffo di capelli in poesia e nell'arco di pochi minuti materializzavano una idea di donna, un concetto, un sogno.
Mentre l'ho guardato lavorare ho visto come il mestiere e la poesia si univano in un gesto e in quella stanza rumorosa e indaffarata, con modelle, parrucchieri, truccatori, staff televisivo, giornalisti, primedonne del momento e tanta confusione da ansia per la sfilata, lui era lì calmo e rispettoso di tutti, non inveiva con i suoi sottoposti, come avevo visto fare altrove, si limitò a far vedere una acconciatura come andava fatta, elencando ben bene possibili escamotage sulle tecniche e i segreti per renderla al meglio.
Mi è sembrato un'uomo generoso, sono arrivata a vedere il suo lavoro molto da vicino, tanto vicino che avrei potuto dargli fastidio eppure non si è scomposto mi ha ricambiato un sorriso e mi ha lasciato guardare, cosa che non molti grandi fanno, ho capito solo più tardi che era un vero grande genio perchè solo i grandi non sono gelosi dei loro segreti anche perchè il segreto più grande del suo stile risiedeva, nel suo volto segnato, in quelle grandi impossibili mani da parrucchiere e nella sua generosa indole di maestro.
Ciao Aldo Coppola.
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