giovedì 31 gennaio 2013

For Cover Lovers


Harper's Bazaar,  settembre 1943.

DIOR | Haute Couture | primtemps été 2013


Raf Simons prosegue la sua collaborazione in casa Dior riportando in passerella silhouettes che aveva già presentato nella scorsa alta moda.
Molto simile anche la cartella colori, pressochè invariata e gli interventi di ricamo presenti su alcuni capi.
Si potrebbe definire una collezione senza sbavature, tutto è calibrato alla perfezione, linee perfettamente disegnate, proporzioni bene equilibrate che enfatizzano maggiormente l'estrema magrezza delle modelle.
Grande assente è l'ombra, a partire da quella determinata dalla luce sulle modelle a quella di una sbavatura sugli abiti, data da una piega o un filo, niente è lasciato al caso e nella estrema pulizia si perdono quei picchi ad effetto, quelle arguzie spettacolari tipiche di ogni grande maison di alta moda.
Dior con l'alta moda ha da sempre il compito di far innalzare il fatturato nei prodotti di cosmesi e nelle licenze ma con questa sfilata rimane ben poco in mente, è uno spettacolo che scorre piatto e molto pacato fino a rasentare la noia.
Nella collezione alcuni pezzi sembrano la replica della collezione pret-a-porter, in altri, come quelli con ricami a petali in rilievo, c'è l'evidente tentativo di sperimentazione che però in poche uscite non lancia la collezione nella giusta direzione per essere ricordata come "da sogno".
La poca sicurezza sulle nuove sperimentazioni frammenta e crea confusione in un'ormai collaudato clichè fatto di gonne a corolla, corpini sottili e abiti a palloncino che fanno da punteggiatura a una perfetta coreografia nell'immensa scenografia, un giardino di cespugli sempreverdi anch'esso asettico.
Nulla è lasciato al caso, sapientemente costruito da mani esperte, e si vede, ma l'impressione che ho finito di vedere la sfilata è che nell'assoluta asetticità il sogno da incarnare è freddo ed essendo freddo è più un pensiero, un'idea e non un'ideale.
L'alta moda priva di ideali e di sogni da incarnare è come un cantante con una tecnica perfetta ma privo del senso di interpretazione.


lunedì 28 gennaio 2013

P.P.


L'immaginazione è un'arma a doppio taglio a volte mi fa immaginare cose belle, luoghi fantastici, e situazioni che vorrei, mi fa pensare anche a ciò che non potrò mai avere a volte con il risultato che qualche lacrima scivoli via scandendo le giornate difficili.
Per lungo tempo ho pensato alla mia fortuna/sfortuna ma mai come oggi la realtà arriva in mio soccorso e al momento giusto mi offre  foto ben documentate che mi portano a pensare e a farmi ricredere.
Quello che ho è molto ma molto meglio di come avevo pensato e quel disegno che mi sono fatta in testa sulla mia vita futura è meno grigio di come avevo pensato anzi è tutto da disegnare.
Il piccolo piacere di oggi è la visione di un bicchiere mezzo pieno e con l'altra metà non da considerare vuota ma come possibilità, di situazioni nuove da creare, una combinazione infinita di cose da fare. 
Buona Giornata Gente!

Sotto una mia foto, scattata nel Giugno del 2010 più o meno alle tre del pomeriggio, quel giorno guardavo in alto e sono stata attratta dai contrasti di colore di alcune facciate di palazzi su  via del Corso a Roma.






giovedì 17 gennaio 2013

A Piccole Dosi


Gustav Klimt "Church at Cassone" 1913, Italy, chiesa di Cassone Italia, Landscape with cypresses, Paesaggio con cipressi.

mercoledì 16 gennaio 2013

Una Foto a Caso


Foto di Raymond Cauchetier, gli attori Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg sul del film di Jean-Luc Godard "À bout de souffle" (Fino all'ultimo respiro) anno 1960. 

Altra Copertina | Amica


Collage pensato per Amica Italia, Gennaio 2013, 
l'altra copertina dal titolo 
"Uno sguardo speciale"

Pescando dal Book



Schizzo tratto dalla serie "Sfaccettature" 2012, ispirato alle pietre dure e i geodi con le loro sfumature e i contrasti.

lunedì 14 gennaio 2013

Ogni Riferimento è Puramente Estetico


A Sinistra: la giornalista Lilli Gruber in Giorgio Armani,immagine tratta dalla trasmissione "Otto e Mezzo" (La7) del 10 Gennaio 2012.

A Destra: Stregatto in un fotogramma del Film 'Alice nel paese delle meraviglie' di Walt Disney del 1951.

giovedì 10 gennaio 2013

P.P. | Dovendo e Potendo


Dovendo fare delle cose e potendole fare comodamente io mi riduco sempre all'ultimo momento senza stress non riesco a viverle come voglio.
Possibile che la pressione e lo stress sia l'unica fonte valida per un lavoro fatto bene?
E' questo quindi l'unico carburante che fa andare avanti l'era moderna e sempre è l'ansia l'unico fattore che fa trovare lavoro?
Sapete ormai che la mia più pressante ansia al momento è trovare un lavoro e per restare in tema sapete come vanno i colloqui?
Molti di quelli che selezionano personale preferiscono persone che non si fanno prendere dall'ansia ma una volta selezionati e sul posto di lavoro trasmettere ansia è l'unico modo per far sapere al prossimo quanto ci preoccupiamo della buona riuscita di un progetto e sopratutto solo così riusciamo a trasmettere professionalità solo se siamo ansiosi e con una dose di xanax sempre appresso.
Possibile che l'unica maniera di essere dentro questo meccanismo è trasmettere frenesia senza risultare troppo ansiosa e poi per il resto della carriera è sempre il nostro grado di ansia, che trasmettiamo anche al prossimo, a  determinare anche il nostro grado di potere sul posto di lavoro?
Si forse è sano, essere un poco ansiosi per la buona riuscita di un progetto e forse, dico forse, è gradevole essere visti così da chi ci consegna delle responsabilità, per il datore di lavoro vedere che il nostro stato d'ansia ci corrode è la misura con cui determina il suo grado di potere.
Ma per noi poveri subalterni è gradevole solo se il progetto ha una buona riuscita ed è ben remunerato e se il risultato è scarso o non c'è siamo fregati a quel punto è sempre l'ansia il nostro capro espiatorio.
Esiste quindi un'ansia salutare che poi è l'unica che ci rende credibili come lavoratori fervidi e instancabili, ma se è così quanta ne va usata ad esempio in un colloquio di lavoro? E per i rapporti interpersonali in generale? Quanta ansia serve per apparire sicuri di se e non nevrotici?
Per quanto mi riguarda credo di non risultare mai abbastanza ansiosa, sopratutto nei colloqui di lavoro, anche se, credetemi, sono molto ansiosa, ma so che non lo sembro, molti mi chiedono 'ma stai cercando lavoro? Sai non sembri stressata!', bhè avrei voglia di rispondergli a tono ma la mia diplomazia e la mia ansia me lo impedisce, casomai nel futuro dovesse ripresentarsi l'occasione di avervi come clienti meglio tacere, strano no? anche questa è ansia, l'ansia del 'non si sa mai', del 'potrebbe tornarmi utile?'.
In questo periodo di fermo ho imparato che, chi doveva capirmi perchè mi conosce da un sacco di tempo non ha capito nulla e chi mi conosce da poco ma ascolta bene partecipa alle mie ansie con un segno tangibile di vicinanza e d'affetto.
Poi c'è chi ansioso di conoscermi o riavvicinarsi a me dopo molto tempo di silenzio pratica lo sport più amato di questa ultima generazione di personalità virtuali 'la sentenza', quello sproloquiare con parole d'altri e giudicare senza dare diritto di replica, in quei casi la mia ansia di ribattere è alta ma poi so che in loro c'è solo l'ansia di non apparire, di non esserci abbastanza, di non apparire abbastanza ansiosi di vivere, quella che oggi sembra essere l'unica maniera di vivere, giudicare, additare portare l'altro allo stesso grado di ansietà che è toccato a loro.
Io forse sono ansiosa a livelli patologici se pratico il blog, per esserci ci sono ma se scrivo è per ritrovarmi come succede dopo una chiacchiera come questa.
Non ritengo di avere la verità in tasca altrimenti non cercherei il confronto attaverso i post e siccome credo che le più grandi scoperte non si sa mai da dove arrivino e che l'ansia di sbagliare precluda certe esperienze e in questo caso belle esperienze scrivo qui.
Con poca o molta ansia  questo blog è un momento per capire ed ambientarmi in quello che sembra essere un continuum di ansia in ansia e da ansia ad ansia e quando tutto sembra perso in un groviglio di paure ritrovarmi in un posto tranquillo come questo ridona alle giornate un certo senso di quiete che sembra raro o forse impossibile da raggiungere in altri ambiti.
Quindi almeno per oggi il piccolo piacere, dovendo e potendo è essere qui.

mercoledì 2 gennaio 2013

Una Foto a Caso

Foto di Tim Walker tratta da W magazine dall'editoriale "Red Hot", protagonista e modella d'eccezione Marion Cotillard, in questa foto posa con una creazione Dior.

Vogue Korea | Gennaio 2013 | Woman in Folk Painting

Redazionale "Woman in Folk Painting" tratto da Vogue Korea di Gennaio, Fotografo Koo Bohn Chang, Stylist Seo Young HeeModella Lee Hye Jung.