martedì 26 luglio 2011

Che lo stile sia con te!

E' ufficiale gente!!!!
Non è più possibile andare in giro malvestiti.
Così come non è possibile andare in giro maleodoranti ma questo è un'altro discorso che lascerò da parte per quando "ciarlo" con le mie amiche.
Ormai vestiti decenti sono alla portata di tutte le tasche e seguire la moda con un budget ridotto è una delle belle novità di questi anni dopo l'avvento dei colossi della moda low cost.
Bastano poche semplici regole per essere ben vestiti ed ottenere un buon risultato visivo senza rovinare il conto in banca per l'acquisto di quell'abito che è su tutte le riviste e quel particolare modello di borsa.
A prescindere dal fatto che, chi segue il dictat del marchio a tutti i costi e dell'accessorio griffato e ne fa una bella mostra con sensazionali parure (cinta, scarpe, borsa) vistosamente marchiate, non solo rischia di essere noioso e pacchiano (per non dire coatto!!!) ma si omologa a quel gruppo di fashionisti che senza il marchio è privo di personalità.
Vestire seguendo dei trend senza risultare sopra le righe o prendere un leasing, si può fare, basta seguire delle semplici regole.
1- Una buona base da cui partire.
In arte e fra i disegnatori si parte dalla preparazione di una buona base per creare un'opera e capire quale e l'intimo giusto per il proprio corpo è una buona base per la scelta dei capi giusti. (Buttate via l'intimo che segna sotto i vestiti o che non soregge bene quel ben di dio che avete per petto)
2- Capire le proprie forme.
A ogni corpo corrispondono dei volumi che donano e valorizzano la silhouette mettendo in risalto solo le caratteristiche positive.
Innanzitutto bisogna vedere cosa realmente si usa dei capi che sono nell'armadio, generalmnte si usa un terzo di quello che si ha e il resto che non si usa sta li a complicare gli acquisti successivi.
Fare una buona pulizia nell’armadio è già un buon inizio.
Buttare è uno spreco io preferisco donarli oppure venderli.
Tutti abbiamo almeno una volta sbagliato o mal ponderato un acquisto e quei capi non aiutano a concentrare l'attenzione su quello che realmente si indossa con piacere e che sopratutto dona alla silhouette.
3- Capire le linee e scegliere i materiali.
Capite le forme che donano al proprio corpo è già metà dell'opera, ad esempio se avete un seno abbondante (come il mio) e fianco prosperoso non andrei a coprire anzi andrei ad evidenziare però senza usare il jersey o le magline perchè segnano i difetti dovuti all'essere formose.
Quindi userei tessuto in tutti i tipi purchè dall'aspetto pulito, no materiali voluminosi e dall'aspetto "peloso", ok per maglieria sottile, eviterei gli effetti della maglia a coste e quelle magline di viscosa che scivolano sul corpo. Si alle scollature ampie, a V profonde fin sopra il seno, scolli tondi e ampi anche da spalla a spalla, no scolli quadrati e forme chiuse a meno che non abbiate un collo sottile o capelli che lasciano scoperto il collo.
Le lunghezze per chi ha un polpaccio "forte" non devono andare più su del ginocchio.
Giusti i pantaloni a palazzo che sottolineano il punto vita.
Se siete formose evitate i pantaloni a vita bassa, VI PREGO!!! Non se ne può più di vedere in giro ragazze anche carine ma con un busto tagliato da t-shirt troppo corte e jeans a vita bassa che le fa somigliare a l'omino della Michelin più che a una Pin-up.
Si possono indossare pantaloni aderenti dipende poi come e con cosa si indossano.
Un valido aiuto viene anche da internet dove potrete trovare degli schemi per capire le vostre forme e i capi che vi donano di più.
4- La moda non va seguita.
Va solo raccolto il messaggio o i suggerimenti che ci sono più congeniali, tenendo conto di un proprio filo del discorso che è legato non solo a quello che sta bene al nostro fisico ma anche a quello che in quel momento ci piace indossare.
Una persona che si sente bene nei propri "panni" anche se, indossa una tuta da jogging ha un fascino vero rispetto ad una vestita elegantemente ma che in quei panni non ci si sente.
Vi sarà capitato di vedere elegantoni imbalsamati che non sanno come muoversi in giacca e cravatta ed esistono poi, anche se sono in minoranza, persone in jeans e maglietta dall'aspetto di "stoccafisso".
5- Modelli di riferimento e le icone di stile.
Una volta capito quali sono i capi e sopratutto la forma del proprio corpo si può iniziare a scegliere i capi magari aiutandosi prendendo ispirazione da personaggi famosi per individuare un proprio stile.
Ad esempio, per un tipo formoso le icone di stile potrebbero essere: Doris Day nei toni del pastello e Sofia Loren per uno stile più "dark" entrambe le unisce lo stile vintage anni ’50 e ‘60,uno stile elegante ma pratico, gonne a tubino pantaloni a sigaretta, abito a tubino, e una predilezione per tutto ciò che evidenzia le curve e il decollete, Monica Bellucci citata spesso per la sua eleganza ha attinto a piene mani dallo stile della Loren.
Recentemente Emma Watson, celebre per il personaggio di Hermione in Harry Potter, si è presentata sul red carpet e al David Letterman Show con un taglio di capelli nuovo che coincide non solo con la fine della trilogia del celebre maghetto, ma anche e soprattutto con un cambio di stile di Emma che deve dare una svolta alla sua carriera. Fotografata su Vogue America e per altre riviste appare truccata e fotografata come altre celebri icone di stile del passato.
Twiggy per alcuni scatti sbarazzini di Steven meisel e riferimenti anche a Mia Farrow per la scelta dei capi indossati in pubblico.
6- Shopping ponderato.
Il segreto dell’acquisto giusto sta nel non farsi prendere la mano scegliendo quei capi che sono facilmente riconoscibili e maggiormente visti nelle vetrine.
E quella nuance di colore e le stampe che quest'anno vanno tanto li eviterei, ma se le amate e non potete fare a meno, compratene solo nei capi facilmente intercambiabili come una maglia, top o un abitino.
Sconsiglio l'acquisto di un cappotto o un piumino in colori improbabili che per una stagione va ma l'anno dopo viene a nausea.
Su capi importanti e di uso frequenente consiglio i colori classici, oltre il nero consiglio tutte le nuance da beige al marrone scuro, blu e verdi molto scuri.
E se colore deve essere consiglio colori "super parter" come il rosso che nei cappotti è frequente trovare nelle linee dal taglio dritto e pulito di ispirazione anni '60, così se lo indosserete con un pantalone nero e stretto o un jeans o un abitino risulterà sempre un abbinamento giovane e fresco.
Favolosa la collezione di Max Mara che per festeggiare i '60 anni ripropone cappotti ripresi dall'archivio storico dell'azienda rinnovando gli abbinamenti dei tessuti.
Abitini stampati e con abbinamenti colorati e vistosi sono uno dei temi principali per il prossimo inverno, nell'armadio uno o due sono concessi, ma non riempitevi di fantasie tutte uguali o simili.
Le proposte per il prossimo inverno, quelle giuste, hanno le caratteristiche di due o tre stilisti che con un equilibrio di proporzioni e colori hanno dato una impronta forte alla collezione.
Nelle vetrine sicuramente vedremo valide proposte ispirate a:
Lanvin con costruzioni pulite in nero e colori forti;
Prada con disegni geometrici e citazioni anni '60, nonchè tutte le varianti del caso con tartan e quadrettati;
Giambattista Valli e Balenciaga con le proposte fiorate, anni '60 nel primo e più decostruite e sperimentali nel secondo;
Fantasie Foulard per Givenchy e variazioni Glamrock nei ricami di Balmain.
La pulizia delle creazioni di Celine e Ennio Capasa per Costume National.
Spererei di vedere valide proposte ispirate a questi stilisti ma so già che taluni prontisti di fronte agli abiti stampati a stelle in bianco e nero di Dolce e Gabbana, non resteranno indifferenti (ahimè!).
Non deve poi mancare nell'armadio la maglieria e giacche che quest'anno hanno una impronta maschile ma non portata solo su semplici pantaloni ma sopratutto su gonne a tubino con tutti gli accessori del caso, cinturoni, cravatte, collane dal formato maxi e spille dall'impronta retrò.
E questo mi rammenta un'altra regola per cambiare look con poco.
7-Gli Accessori non sono "accessori".
Gli accessori sono alleati “fondamentali” per cambiare lo stile di un'abito.
Saranno fondamentali, per l’inverno prossimo e per uno stile in piena tendenza:
cappello, guanti e borse a busta da giorno.
I Cappelli. Meglio se a falda larga o larghissima come quelle di Gucci o Lanvin, non sono ammesse le cloche o cappelli piccoli a meno che non abbiano una forte connotazione anni '60 come quelli in pelliccia di Prada o dalla foggia militaresca di Louis Vuitton.
I Guanti, lunghi o corti purchè aderenti, adornati, lavorati con inserti e materiale applicato come borchie e pietre simil-preziose.
La Borsa è a mano nei modelli a bauletto e in alcuni casi piccola, anzi piccolissima come quelle di Prada usate anche per il giorno.
Sono sparite le tracolle e dove ne vedrete, fidatevi, non è tendenza ma commercio.
Anche se sarà difficile in città girare senza l'adeguato "bagaglio" del lavoratore, io opterò sicuramente per un più comodo e capiente modello a bauletto proposto in quasi tutte le passerelle in pellami lavorati a rilievo.
Comunque non rinuncerò ad una bustina ben confezionata meglio se vintage in stile anni '70 come quelle di Gucci o Celine.
Una alternativa valida per l'acquisto degli accessori se si vuole esclusività è cercare nei negozi di vintage e nei mercatini dell'usato dove si possono trovare delle vere occasioni lussuose a prezzi ridotti.
Ma per acquisti, di questo tipo, ci vuole occhio e un minimo di esperienza con le contrattazioni sul prezzo, per questo vi consiglio intanto di seguire queste poche regole per riordinare le idee e look.
Semmai dovessero esserci dei problemi o voleste dei consigli mi potrete contattare, del sano shopping non si nega a nessuno!






Emma Watson


Twiggy


Monica Bellucci


Sofia Loren

mercoledì 20 luglio 2011

Divertissement.

Divertissement è il termine che mi viene in mente guardando le immagini delle sfilate della Haute Couture.
Blaise Pascal indicava il Divertissement come la piaga che rende gli uomini incapaci di guardare alla realtà delle cose, un uomo solo con se stesso che si ferma e si sofferma a pensare sente il vuoto e la sua essenza di essere mortale ma se è sempre in movimento si allontana dalla sua vera essenza, nel divertissement si distrae da se per non pensare alle brutture della propria esistenza.
Divertissement è un termine che deriva dal francese e significa divertimento e indica in particolare un' opera letteraria o artistica creata da un autore al solo scopo di autocompiacersi.
Nel divertissement in ambito stilistico e prettamente modaiolo non c'è ricerca, non c'è sperimentazione ma solamente un puro compiacimento stilistico.
A volte il divertissement è salutare se attraverso di esso si ricerca una propria grafia, un personale punto di vista, che serve a voltare pagina verso altre strade, ma quello che vedo nelle sfilate della Haute Couture è la più sconfortante sequela di divertissement che si possa vedere.
Solitamente dalla Haute Couture con le sue lavorazioni, i ricami e gli eccessi, nascono le suggestioni, le ispirazioni che guideranno le tendenze delle successive stagioni di pret-a-porter; ma nella Couture per l'autunno inverno prossimo i temi e le variazioni stilistiche di ogni casa di moda sono noiose e prive di quella ricerca che di solito le contraddistingue.
Givenchy è decisamente sottotono e gli abiti pur stupendamente ricamati e costruiti, sembrano una ripetizione di quelli presentati nelle passate stagioni.
Il filo conduttore delle sfilate di Alta moda è una iperdecorazione in stile classico che ricorda le citazioni poetiche dell'ultimo Alexander McQueen.
Sopratutto nelle uscite di Valentino è possibile notare tali similitudini e i richiami stilistici allo stilista inglese si notano subito dalla scelta dei colori, che è una quasi assenza di colori, il manierismo dei ricami e la scelta di truccare e pettinare le modelle come regine glaciali. Fredde silfidi appartenenti ad un popolo nordico e antico che ricordano più McQueen e sul finale anche un Armani di altri tempi, più che il Valentino del jet-set.
Il picco della noia si raggiunge vedendo Karl Lagerfeld per Chanel, sempre uguale, cita se stesso, più di quanto non lo faccia nella sua prima linea, infatti le modelle indossano guantini di pelle tagliati a metà sulle dita, alti stivali neri e lo sguardo è velato dal tulle nero. Propone abiti che di Mademoiselle Coco ormai non vi è nulla se non richiami ad alcune linee d'abito.
L'amato tailleur bouclè ha perso i taschini che lo caratterizzano e alla linea dritta della famosa giacca Lagerfeld sostituisce quella di una giacca con taglio in vita e baschina a corolla con spalle larghe (quasi anni '80) di diverse proporzioni e stili che non fanno altro che rendere confusionaria l'intera sfilata.
L'Orientalismo è un tema molto caro a re Giorgio che in questa collezione di Armani Privè lo ripropone portandolo per quanto gli è possibile, al limite dell'eccentrico.
Una misurata voglia di eccesso, che per Armani si denota dalla stampe che diventano macro, uso di più ricami e tessuti su una sola uscita, effetti di patchwork, acconciature maestose e colorate. Una sfilata elegante, lineare, con un filo conduttore ben preciso, un divertissement per Armani Privè, che non aggiunge nulla di nuovo a quella ricerca che è tipica dell'alta moda.
Sulla passerella di Dior sembra ancora di vedere Galliano e nelle prime uscite il completo da giorno in stile Dior è ravvivato dalle tinte fluo, tessuti fantasia in un mix che ricorda le illustrazioni di Antonio Lopez degli anni '80.
D'improvviso però la silhouette si spegne nei toni del sabbia, dell' oro e del bianco e quella collocazione anni '80 sparisce in un susseguirsi di uscite similissime l'una all'altra.
Sul finale le grandi acconciature alte si "sgonfiano " e lasciano il posto a criniere leonine in stile anni '70 in una confusione di abiti e stili, si accavallano anni '60, '70, nel finale gli abiti da sera sono ampi come quelli delle dame dell'ottocento fra loro spicca una citazione al pierrot, alla luna, alle stelle e chi più ne ha più ne metta.
Esercizi di stile o divertissement anche Dior non mi entusiasma e nel cercare conforto mi imbatto in Giambattista Valli, la sua collezione a parte qualche uscita rispetta a pieno i canoni dell'alta moda, ma anche qui ci sono citazioni a epoche e stili diversi.
Capisco che questo genere di divertissement è fatto per vendere profumi, cosmesi e tutti gli accessori che sono alla portata di un pubblico più ampio, ma secondo me così facendo si confondono stili e si disperdono dei messaggi che nell'alta moda è possibile fare e a me piacerebbe vedere.
Se anche in questo settore non si dice più nulla, allora ha ragione Valentino Garavani quando dice che non ci sono più i numeri, ne gli eventi per fare quel tipo di moda.
Se guardo indietro però vedo molta più gente oggi che fa l'alta moda di 10 o 15 anni fa, sopratutto molti più giovani che vorrebbero farla, e per quelli che la fanno non so se in realtà ci riescono a vivere.
Le clienti dell'alta moda sono rare perle contese dalle case di moda.
Le sartorie con tanto di première e uno stuolo di sarte e ricamatrici stanno scomparendo e nel complesso forse è anche giusto se si valuta la situazione mondiale dove le dovremmo preoccuparci di ben altro, ma se è stato giusto per Christian Dior presentare il New Look quando il mondo era in miseria, perchè la stessa cosa non è valida per oggi?
Credo che la risposta si debba ricercare nella globalizzazione che se da un lato accentua i caratteristiche di un popolo dall'altro si appiattisce la scelta dei prodotti e li amalgama il gusto.
Nell'insicurezza dei mercati, la richiesta internazionale e conti che devono per forza salire, i designer si rifugiano in una terra di nessuno, attingono agli archivi storici, ripescano fra gli abiti più venduti e l'unica via di fuga è in quell'immagine assodata e rassicurante che è tipica di chi del divertissement ha fatto un business.
A rischiarare l'orizzonte ci pensa però uno stilista, Martin Margiela che con la sua Maison cerca di portare l'alta moda su un'altro livello, più simile ad un happening artistico che a un business.
Il concetto di base delle sue sfilate è più vicino a Dior di quanto non lo sia stato Galliano.
I suoi abiti hanno la stessa forza di un pugno in faccia, così come deve esserlo stato ai tempi il completo bar alla fine degli anni '40.
La sua sfilata non ha nulla di accattivante a livello di immagine, ma le sue sfilate sono sempre un punto di riferimento per chi, come me, lavora nel settore.
La sperimentazione è il divertissement di Martin Margiela e la risultanza di questi è che prima o poi i segnali del suo stile, come quello di pochissimi altri che ne sono in grado, si ritrovano sulle passerelle del pret-a-porter e gli effetti, edulcorati dagli eccessi, si ripercuotono a catena su tutta una serie di prodotti, che vanno dalla moda al design, all'arte.
La sua collezione in prima battuta non è decifrabile, e forse neanche in seconda ma sicuramente fra le maison è quella che fa più parlare.
Nel divertissement la mia penna si e compiaciuta e ha detto tutto ora tocca ad ago e filo e se nell'attesa vorrete controbattere a quanto ho detto sarò lieta di intavolare una qualsiasi discussione purchè sia sempre vivo il divertissement.



^GIVENCHY


^CHANEL




^VALENTINO



^DIOR




^GIAMBATTISTA VALLI




^ARMANI PRIVE'




^MAISON MARTIN MARGIELA