giovedì 24 novembre 2011

Finsk by Julia Lundsten

Finsk significa finlandese e la designer di cui vi parlo oggi, Julia Lundsten, viene proprio da lì, dalla Finlandia, ma ha la sua base operativa a Londra dove ha anche studiato.
Laureata nel 2003,presso il Royal College of Art, nel 2005 fonda "Finsk", linea di calzature che si distingue subito per il design all'avanguardia, collezionando numerosi riconoscimenti.
L'approccio della designer alla calzatura è quello di un architetto più che di uno stilista, le sue calzature sono studiate nelle proporzioni e nella statica, a partire dallo studio dei tacchi, naturalmente, che il più delle volte sembrano sfidare le leggi della fisica, infatti alcune calzature sono dei veri e propri inganni per l'occhio, dove il piede o il tallone sembra fluttuare nel vuoto in realtà sono costuzioni perfette.
Ne è convinto anche Manolo Blahnik, guru della calzatura, il quale sulla rivista W a proposito di lei dice:
"Sono affascinato dal suo lavoro. Nessuno sta facendo niente di simile in questo momento, squisito, divino, perfetto."
Sono calzature futuristiche che danno l'idea del movimento, mai uguali e a seconda dell'angolazione in cui si guardano cambiano , sono anche futuribili poichè molti designer stanno guardano alle calzature di Julia, per trarre ispirazione.
A parte qualche eccesso, sono calzature se non da avere, almeno da vedere e Julia Lundsten è una designer da tenere d'occhio.
Sotto vi propongo alcuni modelli di collezioni attualmente in vendita su www.styletrek.com,
creazioni della linea Finsk, e alcuni pezzi creati per Port 1961 e Basso & Brooke, di seguito Julia Lundsten in video che illustra la sua linea.










FINSK designer Julia Lundsten on her exclusive capsule collection for Symphony from Symphony on Vimeo.


venerdì 18 novembre 2011

Le Suggestioni Naturali di Elke Kramer.

Quelle che vedrete sono alcune delle proposte di bijoux disegnate da Elke Kramer, nazionalità australiana, illustratrice e designer di tessuti e di gioielli, collabora con la rivista Dazed & Confused.
Elke ha pochissime collezioni alle spalle ma la linea di gioielli che porta il suo nome, "Elke", ha conquistato un numero di fans altissimo e sono destinate ad aumentare anche grazie all'apertura dello shop on line.
Le sue creazioni si ispirano spesso alla natura ma anche a meccanismi giocosi e geometrici come gli anelli a scatola a cui ha dato il nome beneaugurante "Ring of Optimism" o collane col nome di "Necklace of Formality".
La maggior parte delle creazioni hanno i colori caldi delle pietre dure e l'ispirazione viene proprio dal mondo naturale mescolata al meccanismo, al gioco che rende ogni pezzo una piccola scultura da indossare.
Elke Kramer ha un gusto squisito anche nella scelta stilistica della presentazione dei vari pezzi, le fotografie che accompagnano ogni sua collezione sono vera poesia per gli occhi che ti fa desiderare di possederli tutti.








Sopra Alcune Foto dal Lookbook ELKE.







Sopra alcune immagini della Linea "Shake of Ophelia"


Sopra Elke Kramer




Sopra alcune creazioni dalla linea ELKE presenti nello shop online.

Qui puoi trovare tutta la linea "ELKE"- http://www.elkekramer.com/?page_id=4

giovedì 17 novembre 2011

La Fabbrica delle Idee (Parte II).

Fabbriche di idee, questa volta a pieno titolo visto che si tratta di un progetto nato all'interno di Fiera Milano per tutti i nuovi talentuosi designer italiani e stranieri, dei più svariati settori: Casalinghi, oggettistica, arredo, moda, tessuti, ceramica solo per citarne alcuni.
Lo scopo del progetto è di sostegno attivo agli espositori con sviluppo del prodotto e test per progetto di business.
Come funziona nei fatti?
Scelti i prodotti più originali Fiera Milano affida il progetto ad uno studio di Marketing Intelligence che testa la fattibilità con i compratori, buyer, in questo caso aziende produttrici che potrebbero essere intenzionate a comprarne il brevetto.
In seconda battuta Fiera Milano per il designer mette in vendita l'idea con un'asta online.
Il prezzo del progetto è definito dall'interesse delle aziende al progetto, che dovrà avere una sua fattibilità in termini di produzione e successo.
Questa iniziativa ha già prodotto nuove collaborazioni e di idee ce ne sono...da Vendere...o da Comprare!


Sopra
Gleather vases - Designer: Marica Zottino
Vasi in vetro decorato realizzati soffiando il vetro e sagomandolo all'interno di un "vestito" in cuoio. I vasi sono forzati ad assumere le forme impresse dalla struttura in cuoio.


Sopra
Leaf - vassoio Designer: Ippolita Bagnale
Leaf è un vassoio in Corian costituito da un piano traforato sostenuto da quattro contenitori. La trama ricorda la venatura di una foglia e i fori sono dimensionati per accogliere piatti e ciotole. Quattro di questi, estrusi, formano i contenitori per posate e bicchieri, fungendo da appoggio al piano. Leaf si presta a portare l’occorrente per un pasto, uno spuntino, e data la sua simmetria, può essere utilizzato da due persone contemporaneamente.



Sopra
Pinch electroluminescence light
Designer: Shinyoung Ma, Korea
Lampade a EL, lamina a elettroluminescenza, ildesigner ne propone differenti disegni.

La Fabbrica delle Idee.


Il mio post di oggi è nato da una frase che ho trovato sul web, che vi ho riportato sopra nella foto, è attribuita alla signora Franca Sozzani, come noto è direttrice di Vogue Italia e blogger della stessa rivista con "il blog del direttore".
Questa frase e mi ha fatto riflettere sui contenuti e le idee dei creativi o aspiranti tali che seguono il blog del direttore, perchè detta così giustifica chi NON legge, NON va al museo o si interessa all'arte.
Ma io non lo giustifico! Per me chi lavora nella moda e non si interessa a lettura, cinema e arte nel senso più ampio del termine, produce SEMPRE moda molto scarsa di contenuto, questi creatori" infatti falliscono quasi sempre.
Chi sopravvive è solo perchè sfrutta idee altrui o si affida ad uno stylist per inciuciare un abbozzo di idea prima di mandarla in passerella o di fotografarla.
Risultato? Il vuoto, l'assenza di una storia che rende credibile e bello un prodotto di design.
E' risaputo che certe aziende di moda si affidano a stylist solo a fine collezione, con i capi già fatti, lo stylist (poveretto!) deve metter mano ad una collezione già confezionata.
Poichè l'idea della collezione dovrebbe nascere facendo riferimento ad una donna, un target o una storia, lo stylist che lavora per questo tipo di aziende deve mettere mano ad una collezione che oltre ad essere caotica, con tante idee e tipi di donna, ha poco margine per apportare modifiche poichè nella collezione spesso capita non ci sono capi immagine oppure ce ne sono troppi.
In entrambi i casi lo stylist sbaglia sempre e l'azienda non capisce, o non vuole ammettere il proprio errore, così cambia stylist ad ogni passerella o servizio fotografico.
Il risultato? Caotico sopratutto per il consumatore, vecchio e nuovo, perchè il vecchio non si sente rassicurato e non si ritrova nelle nuove collezioni, il potenziale nuovo acquirente non ci capisce un gran che sul tipo di prodotto proposto.
Le aziende vincenti sul mercato si affidano a menti esperte fin dall'inizio di un progetto, lo stilista dell'azienda è parte fondamentale e integrante di questo processo creativo, che se gli viene dato l'incarico di seguire il marchio non ci sarà bisogno alla fine di mettere in ordine le idee, perchè la donna, la storia, il filo conduttore sono sempre stati lì dall'inizio.
Chi lavora in questo modo è di fatto premiato in termini di fatturato.
Gucci con Frida Giannini stilista e non stylist, ha triplicato le vendite della casa di moda fiorentina, lo stesso vale per Givenchy con Riccardo Tisci.
Quindi Sig.ra Sozzani direi che la moda è vincente QUASI sempre e se vince lo fa con le idee sviluppate da personale competente, curioso e appasionato di tutto o quasi.
Quindi, in conclusione, le fabbriche felici, che fatturano molto, sono le fabbriche di idee e per produrre idee bisogna innanzi tutto porsi con fiducia nelle mani esperte di chi il lavoro lo s fare e che pone ai primi posti della macchina produttiva cultura, ricerca e innovazione.

lunedì 14 novembre 2011

Occhio Retrò

Alle lettrici e i lettori che come me avete occhiali da vista sempre al seguito amerete questa carrellata di occhiali e per chi non ha difetti di vista (meglio così!) amerà comunque lo stile di questi occhiali magari declinandoli con lenti da sole.
Quale è la tendenza? quella che adoro di più, Retrò sia per uomo che per donna, dalla forma più o meno punta per le donne e dalla forma classica e assolutamente in celluide, che ricorda i Ray Ban dei Blues Brothers o la forma a goccia in stile Scarface per gli uomini.
Per le montature femminili in stile anni '60 e '70, grandi e grandissimi anche con lenti colorate e infinite le variazioni sul tema a occhi da gatto, stile anni '50, dove i più utilizzano materiali colorati, lucidi, glassati o glitterati, occhiali che diventano quasi un gadget, un vezzo, un gioco con lo sguardo.
E i suddetti occhiali, ovviamente, hanno favorito un proliferare di Lolite come testimonial di campagne pubblicitarie e per redazionali che citano il famoso personaggio del film di Kubrick.
Anche le fashion blogger non possono fare a meno di fotografarsi per rivedersi e vantarsi di averne un paio.
Per gli uomini le montature richiamano a quelli indossati da celebri star di Hollywood, classici stile intellettuale e dalla linea squadrata simili a quelli di Michael Cane nel film "Ipcress".
Linea a goccia vagamente Al Pacino in Scarface nelle montature più anni '70, meno forti e con montatura tartaruga ma sempre a goccia come quelli di Steve McQueen e poi ci sono quelli squadrati e grandi di Marcello Mastroianni in "8 e 1/2".
Comunque li vogliate la tendenza del momento guarda al passato e se dal vostro ottico di fiducia non sono presenti montature simili a queste nei mercatini vintage si trovano ottimi sostituti e talvolta favolosi pezzi originali a prezzi di occasione.