lunedì 20 luglio 2015

Ciao Elio Fiorucci.

Mi arriva ora la notizia che Elio Fiorucci muore a 80 anni, per me un colpo al cuore, ho passato ore nei suoi negozi a fare i conti con la sua creatività e gioia di vivere, perché i suoi negozi emanavano proprio questo, gioia di vivere, con lui se ne va un mondo colorato, patinato ma sopratutto ironico, forse l'unico insieme a quello che fu del Re Franco Moschino. Elio Fiorucci era veramente ironico e non solo per essere contro, chi ha visto sue interviste può constatarlo, era un uomo che della sua generazione rigettava gli stereotipi della cosiddetta intellighenzia modaiola , con lui se ne va il più ironico e sopratutto eterno sognatore e bambino degli anni 80, un visionario che negli anni rampanti dei paninari e degli yuppies ha saputo cogliere l'ironia grottesca di un' epoca rigettando gli schemi e gli status e facendo del proprio cognome prima un negozio forse il primo in italia a potersi chiamare concept store e dando vita a quello che per lungo tempo sarebbe stato un punto di riferimento per i modaioli e non.
Si perché tutto quello che di più divertente e scanzonato conoscete degli anni '80 è uscito dal suo ingegno e se non era suo ne è stato il maggiore sostenitore e distributore tramite i suoi punti vendita dove grande pubblico e l'intellettuale non potevano non entrare., Già il nome Fiorucci era un gioco e si fondeva e prestava ai temi grafici e unisex  delle grafiche  e nei vari mood con una visione del mondo a metà fra fumetto e design, fra arte e produzione in serie che nei suoi negozi non mancava mai di stupire i visitatori a partire dalle vetrine, che erano veri e propri quadri o con allestimenti inusuali e azzardati come vestire le pareti di fiori o di milioni di luci al neon, non mancavano le ininiziative divertenti, come quella della raccolta figurine Fiorucci con tanto di album o la stupenda iniziativa di coinvolgere gli illustratori per creare un calendario o un'agenda, oppure il cambio di busta illustrata ad ogni stagione che nell' arco di poco tempo era ambito accessorio da portare ovunque.
La sua  straordinaria capacità di cogliere le tendenze partendo dalla strada ha fatto di Elio Fiorucci l'antesignano del coolhunter, ossia il cacciatore di tendenze, infatti definirlo stilista o imprenditore è riduttivo, il suo intuito da grande osservatore dei fenomeni di strada e di massa hanno contribuito a creare con il marchio Fiorucci e le sue campagne pubblicitarie quello che di apprezzabile ricordiamo degli anni ottanta come l'idea di mescolare stili e mondi e anche di spingere l'idea di moda a qualcosa di più vicino al design e all'arte pur essendo prodotta in serie.
Il suo pubblico era eterogeneo e nei suoi negozi si recavano giovani appartenenti ai gruppi più disparati e in esso entravano, come si diceva ai tempi, duraniani e spandau, i boy di George e i più avanguardistici alla depeche mode.
Il mondo Fiorucci li riuniva tutti e nei suoi infiniti colori ognuno trovava la sua sfumatura portando ad ogni acquisto una innovazione che poi sarebbe avvenuta in strada e proprio in strada Elio Fiorucci andava a vedere come la creatività e i nuovi mondi, anche musicali influenzano le mode, gli piaceva scoprire come i suoi prodotti venivano interpretati. Non era difficile incontrarlo in metro a Milano e nel tragitto vederlo sorridere e scrutare i suoi compagni di viaggio, io stessa l'ho incontrato e mi piace ricordarlo così, sereno fra la gente che corre in metrò con ancora in volto quel sorriso.

Nessun commento:

Posta un commento