mercoledì 1 febbraio 2012

Veneri Guerriere

Era il 1994 o forse 1995 e in bibliotecha, quella della Accademia di Belle Arti andavo a rovistare di tanto in tanto nella sezione Arte, fra le monografie spiccava quella di Rammellzee, questa documentava con una serie di foto il suo lavoro, le descrizioni alle opere erano assai scarne, e ora ne capisco il motivo.
Descrivere il lavoro di un artista così particolare è difficile anche oggi.
Rivedendolo capisco la mia attrazione verso quella monografia, ogni qual volta che avevo accesso alla biblioteca era irrefrenabile la voglia di sfogliarla e ammirarla.
Guardando le sue opere, provavo una sorta di repulsione e attrazione, le opere di Rammellzee campeggiavano taglienti nello spazio ma vestite di colori accativani, sopratutto mi attraevano le sue sculture-installazioni selvagge ma futuristiche e che hanno lo stesso fascino di quel futuro oscuro, decadente e cosmopolita descritto in Blade Runner, ma con la stessa definnizione di segno e di colore dei manga giapponesi.
Stephen Piccirello, in arte Rammellzee, nasce nel 1960 a New York nel Queens,graffito scrittore, artista, rap/hip-hop, musicista e scultore.
E' stato un esponente di spicco del graffitismo newyorkese degli anni 70-80 assieme a Basquiat e Keith Haring.
Accanto alla pittura fa uso delle vernici spray, specchi, plexiglas, resina, tecniche miste su carta.
Autore fra l'altro della poesia hip-hop diventa performer all'inizio degli anni '80 assieme ai suoi adepti "Guerriglieri della Parola", A-One, B-One, C-One.
le sue performance sono l'elaborazione di un concetto, che nasce dalla osservazione dei luoghi in cui il giovane Stephen si forma, l'America è quella Reganiana, in cui le minoranze etniche fanno da controaltare all'edonismo bianco, la periferia con sua la mescolanza di culture e di generi spinge il giovane popolo della strada a trovare una sua identità, un suo carattere.
Chi nasce, vive e lavora "fra palazzi, fili elettrici, animali e carcasse di automobili" (cit. Stefan Eins) trova una sua identità culturale personalizzando i luoghi di aggregazione come metropolitane, muri di recinzione, ponti, piazze.
In questo mescolanza, Rammellzee, trae ispirazione per un nuovo linguaggio che si sovrappone a una babbele di altri segni.
Attratto dai segni, lavora sulla parola come suono e come segno, la parola è nel suo caso un'arma carica di forza, una vera arma pungente e i caratteri gotici, sono congeniali a Rammellzee per ricercare nuova identità, tanto che verrà definito neo-amanuense.
La forza e gli intenti di Rammellzee sono insiti nel suo nome, di fatto, si scrive così RAMMΣLLZΣΣ, pronunciato "Ram: Ell: Zee" significa "RAM" plus ", 'M' di 'Entità', 'Sigma' (Σ) il primo operatore sommatoria, prima 'L' - 'longitudine', seconda 'L' - 'latitudine', 'Z' - 'z-bar', Σ, Σ - 'sommatoria'.
Rammellzee arriva in Italia nel 2005 alla biennale di Venezia già noto per i suoi sermoni-performance, fatti di parole, musica, e spettacolarità che avevano come risultato, la composizione, con spray e smalti e pittura murale, di un Tag,sigla sintetica che riporta il credo dell'autore.
Fin qui sembra la solita performance da grafittaro ma Rammellzee compiva il suo gesto vestito di complicate armature da samurai, costituite per lo più con rifiuti meccanici e spazzatura che andava a sottolineare il gesto da guerriero con cui creava nuovi Littering.
Egli stesso si definirà "samurai che risorge dalla spazzature del mondo, per riformarlo totalmente, seguendo le spinte verticali del gotico" ma con i materiali tecnologici e futuristici, per lo più recuperati da diversi ambiti hi-tech.
Rammellzee muore nel 2010 e la sua particolare contaminazione è una fonte di ispirazione inesauribile.
Tanti linguaggi, tanti segni, per crearne uno nuovo e molto personale è quello a cui devono avere pensato molti Couturier che per la prossima Primavera-Estate 2012, presentano in una babbele di materiali e citazioni, donne che sembrano in lotta fra l'essere guerriere o veneri.
I Couturier affidano ad armature, sovrapposizioni di stili e materiali il compito di creare nuove icone, veneri o guerriere, purchè siano gotiche o futuristiche.


Sopra da sinistra Rammellzee e Jean Michel Basquiat.



Sopra due foto di Rammellzee in armatura samurai.





Sopra due video nel primo Rammellzee descrive il suo linguaggio nel secondo egli stesso canta (rap) "Disco Four's" - Stomp Stomp Clap (ins.) a Dutch Radio nel 1986 su una carrellata di immagini rappresentative del suo lavoro.




Sopra

Givenchy



Sopra un particolare e le amazzoni di Versace



Sopra Iris Van Herpen


Sopra particolare dalla sfilata di Valentino.


Sopra foto dalla sfilata Jean Paul Gaultier.

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