giovedì 10 gennaio 2013

P.P. | Dovendo e Potendo


Dovendo fare delle cose e potendole fare comodamente io mi riduco sempre all'ultimo momento senza stress non riesco a viverle come voglio.
Possibile che la pressione e lo stress sia l'unica fonte valida per un lavoro fatto bene?
E' questo quindi l'unico carburante che fa andare avanti l'era moderna e sempre è l'ansia l'unico fattore che fa trovare lavoro?
Sapete ormai che la mia più pressante ansia al momento è trovare un lavoro e per restare in tema sapete come vanno i colloqui?
Molti di quelli che selezionano personale preferiscono persone che non si fanno prendere dall'ansia ma una volta selezionati e sul posto di lavoro trasmettere ansia è l'unico modo per far sapere al prossimo quanto ci preoccupiamo della buona riuscita di un progetto e sopratutto solo così riusciamo a trasmettere professionalità solo se siamo ansiosi e con una dose di xanax sempre appresso.
Possibile che l'unica maniera di essere dentro questo meccanismo è trasmettere frenesia senza risultare troppo ansiosa e poi per il resto della carriera è sempre il nostro grado di ansia, che trasmettiamo anche al prossimo, a  determinare anche il nostro grado di potere sul posto di lavoro?
Si forse è sano, essere un poco ansiosi per la buona riuscita di un progetto e forse, dico forse, è gradevole essere visti così da chi ci consegna delle responsabilità, per il datore di lavoro vedere che il nostro stato d'ansia ci corrode è la misura con cui determina il suo grado di potere.
Ma per noi poveri subalterni è gradevole solo se il progetto ha una buona riuscita ed è ben remunerato e se il risultato è scarso o non c'è siamo fregati a quel punto è sempre l'ansia il nostro capro espiatorio.
Esiste quindi un'ansia salutare che poi è l'unica che ci rende credibili come lavoratori fervidi e instancabili, ma se è così quanta ne va usata ad esempio in un colloquio di lavoro? E per i rapporti interpersonali in generale? Quanta ansia serve per apparire sicuri di se e non nevrotici?
Per quanto mi riguarda credo di non risultare mai abbastanza ansiosa, sopratutto nei colloqui di lavoro, anche se, credetemi, sono molto ansiosa, ma so che non lo sembro, molti mi chiedono 'ma stai cercando lavoro? Sai non sembri stressata!', bhè avrei voglia di rispondergli a tono ma la mia diplomazia e la mia ansia me lo impedisce, casomai nel futuro dovesse ripresentarsi l'occasione di avervi come clienti meglio tacere, strano no? anche questa è ansia, l'ansia del 'non si sa mai', del 'potrebbe tornarmi utile?'.
In questo periodo di fermo ho imparato che, chi doveva capirmi perchè mi conosce da un sacco di tempo non ha capito nulla e chi mi conosce da poco ma ascolta bene partecipa alle mie ansie con un segno tangibile di vicinanza e d'affetto.
Poi c'è chi ansioso di conoscermi o riavvicinarsi a me dopo molto tempo di silenzio pratica lo sport più amato di questa ultima generazione di personalità virtuali 'la sentenza', quello sproloquiare con parole d'altri e giudicare senza dare diritto di replica, in quei casi la mia ansia di ribattere è alta ma poi so che in loro c'è solo l'ansia di non apparire, di non esserci abbastanza, di non apparire abbastanza ansiosi di vivere, quella che oggi sembra essere l'unica maniera di vivere, giudicare, additare portare l'altro allo stesso grado di ansietà che è toccato a loro.
Io forse sono ansiosa a livelli patologici se pratico il blog, per esserci ci sono ma se scrivo è per ritrovarmi come succede dopo una chiacchiera come questa.
Non ritengo di avere la verità in tasca altrimenti non cercherei il confronto attaverso i post e siccome credo che le più grandi scoperte non si sa mai da dove arrivino e che l'ansia di sbagliare precluda certe esperienze e in questo caso belle esperienze scrivo qui.
Con poca o molta ansia  questo blog è un momento per capire ed ambientarmi in quello che sembra essere un continuum di ansia in ansia e da ansia ad ansia e quando tutto sembra perso in un groviglio di paure ritrovarmi in un posto tranquillo come questo ridona alle giornate un certo senso di quiete che sembra raro o forse impossibile da raggiungere in altri ambiti.
Quindi almeno per oggi il piccolo piacere, dovendo e potendo è essere qui.

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