venerdì 15 giugno 2012

Autunno Inverno 2012/13 | Ricco, Ricchissimo e Finto Ricco

La stagione invernale 2012-2013 è in molti casi la celebrazione della decorazione in una sovrapposizione di più elementi. Alcuni creatori guardano al futuro con rimandi ad alcune icone cinematografiche, altre ricordano epoche passate. Pur mantenendo le forme dei grandi classici dell'abbigliamento dell'ultimo decennio, i capi del prossimo inverno sono decorati e lavorati spesso fino all'eccesso, con una stratificazione di materiali che fa pensare ci sia voglia di ricchezza e opulenza. Sicuramente questo atteggiamento della moda non è nuovo a chi osserva i fenomeni di costume e l'opulenza di certe decorazioni è il segnale ormai palese, della grave crisi recessiva che stiamo vivendo. In tutte le epoche attraversate da una crisi, la società, in cerca di nuovi valori e ideali a cui aggrapparsi, risponde con un eccesso di decoro. Un esempio del passato? Lo stile Biedermeier (1815-45) che, nell'epoca napoleonica e post napoleonica, era la riposta alla crisi sociale, economica e ideologica. Questo stile è il risultato di una mentalità falsamente dimessa, dove stucchi e cornici decorate vanno a decorare fogge di mobili e di abiti, dallo stile vagamente classicheggiante ma che di semplice hanno ben poco. E 'uno stile imperiale sulla copia di quello romano ma che di quest'ultimo ha mantenuto solo pochi elementi, sopratutto è uno stile per chi tenta di affermarsi in una cerchia sociale, per chi viole affermarsi e legittimare uno stile. Nell'arredo si distingue per un uso smodato di cornici, ghirlande, nastri, nappe e dove possibile coperto da una foglia d'oro (finta), importante è avere un'aria da nobile possibilmente ricco anzi ricchissimo. Quindi meglio se i quadri sulle pareti siano molti e che ci siano modanature dorate,  tappeti, tende con mantovana, tappezzerie abbinate, tanti fiori (anche finti), decori di ogni tipo, come ghirlande e centritavola con nastri a volontà. E' lo stile che ha segnato l'epoca romantica, infatti ha caratterizzato il gusto del balletto classico, che nasceva proprio in quel periodo. Le forme degli abiti ricalcavano quelle dello stile precedente, neoclassico, anche se irrigidite con la reintroduzione di busti e sottogonne. Questo irrigidimento, sopratutto nella parte alta del busto la dice lunga sul ruolo della donna nella società, che dopo l'era neoclassica, in cui le donne si erano liberate del busto e di altre sovrastrutture sociali, in questa epoca (1815 in poi) tornano al ruolo di "angelo del focolare domestico". A farla da padrone sono sopratutto le decorazioni e le sovrapposizioni, le quali nascondevano la donna e gli abiti sotto strati di ricami, merletti e nastri. Ritornano, in epoca biedermeier, le applicazioni, ridondanti, spesso dalla forma rigonfia a torchon, a ghirlanda o a motivi geometrici molto spesso dalle forme circolari a losanghe. Non Privo di elementi grafici nuovi o abbandonati da decenni e di epoca barocca, ritornano infatti in questo stile i grandi fiori, i fiocchi e le corpose volumetrie decorative su maniche e orli. Sicuramente è uno stile eclettico, in grado di pescare dove meglio crede i motivi che gli sono più congeniali pur di apparire, di mostrare, di costruire. Il prossimo inverno la parole chiave sono, ricco, ricchissimo e finto ricco purchè opulento che in abbinamento ad eclettismo e recessione suona un pò come un nuovo biedermeier.

Sopra una stampa del 1810-12 che mostra lo in voga negli anni della regenza di Napoleone.
Sopra due illustrazioni di abiti del 1820 in stile Biedermeier.
Sotto stampa che descrive un interno con famiglia del 1838.

Sicuramente sulla passerella di Louis Vuitton si è toccata la massima opulenza con una passerella su cui avanza dalle quinte un treno, il quale, fumante si ferma quasi alla fine della passerella, inizia una sfilata con una affermazione di "classe", infatti, le signore/modelle escono dal treno e lasciano portare le loro borse marchiate LV ad altrettanti inservienti in divisa e guanti bianchi, che le accompagnano fino all'uscita. Nessuna di loro rinuncia al cappello, grande e spesso piumato, è una creazione Stephen Jones, e fa da corona ad un profilo di donna che non ha paura di osare. Hanno quasi tutte i guanti e i materiali, ricchi sono per lo più jacquard con grandi motivi laminati, tessuti operati o matelassè, dove ci sono uniti i materiali sono double o pelle con abbinati bottoni vistosi e coperti di pietre luminose e grandi. I colori sono un tripudio della cartella colori più calda di Louis Vuitton, Marroni, Cammello, Ocra, Viola, Rosso amaranto, Rosso ciliegia e una nota di Rosa pallido e polveroso. Dove c'è il nero è in materiali come il lamè e il ricamo, volutamente finto ricco, è esagerato nelle forme e anche nel colore. Bilancia la figura ad A, dalle spalle strette, orli corti e grande cappello una calzatura importante alta e dalla punta squadrata. La massima nota eccentrica il grande occhiale dalla montatura circolare che rende ogni figura simile ad un insetto, e molte manquin simili a formiche o saltapicchi ancheggiano fino all'uscita, d'altronde la passerella sembra il set di Harry Potter, e loro, le modelle, sono simili a streghine, si potrebbero trasformare visto la magia che si respira fin dalla prima sbuffata del treno.



Chanel che nella primavera estate aveva esplorato le profondità marine pre l'autunno inverno si addentra nelle profondità della terra. L'allestimento scenografico è maestosamente eccessivo, e l'ampia passerella sembra più un teatro che ospita l'ultima fatica di George Lucas. Sembra di essere all'interno di un grande geode o sul pianeta di Superman, Krypton, grazie all'effetto dei monolitici cristalli color ametista, grigio e bianco. Le modelle ricordano dei minatori, altre, le più dark mi ricordano Ursa, la kriptoniana nemica di Superman, ve la ricordate? Qualsiasi sia il riferimento i completi sembrano delle divise, le più belle amio parere sono quelle scure come il carbone impreziosite da ricami ametista, grigio e bianco. Se nell'estivo erano le perle il decoro per nuovi make-up in inverno vengono sostituite dalle pietre preziose ed evidenziano le sopracciglia.

Sopra una foto di scena dal film Superman, l'attrice che interpreta la cattivissima Ursa.
Sotto la passerella di Chanel come pianeta Krypton e alcune foto modelli Chanel.


Quello che spopola oltralpe, in Italia eccelle, sopratutto se a farlo è uno dei marchi famoso nel mondo per gli eccessi, Roberto Cavalli.
Una sfilata che si preannuncia eccessiva già dalla scelta della colonna sonora, aria grave e la passerella nera, come lo sfondo, solca un'enorme tappeto zebrato, le stesse modelle sono creature feline, coperte di ricami e tessuti, a tratti mi ricordano le creazioni feline di Givenchy dell'inverno scorso, comunque è sempre un belvedere. Sembrano un'azzardo gli abbinamenti di materiali, che non vedevo da tanto tempo, richiamano gli anni '80 ma qui c'è meno divertimento e più che altro è un'eccesso senza l'aria divertita delle creazioni dell'epoca reganiana.
Sono donne che fanno finta di essere divertite, ma si prendono molto sul serio, non c'è gioco dietro l'aria da micetta, e la pelliccia non è richiamo al mondo felino ma più uno sfoggio di ricchezza, come  gli abbinamenti di materiali pelliccia, tessuti lamè, stampati e ricami e chi più ne ha più ne metta!
Il messaggio che, a me, arriva è che oltre ad essere una collezione che fa sfoggio di ricchezza,  tema caro a Roberto Cavalli, è un approccio alla clientela che cambia punto di vista, l'oggetto moda prende il sopravvento e le modelle sono fagocitate dagli abiti e dagli accessori, che abbondano,  celando la persona e impoverendola della sua capacità intellettuale. Le definirei delle vere manquin, dei veri e propri manichini, dove ogni riferimento alla persona passa attraverso l'immagine di status a cui molti ambiscono. Sopratutto il tema dell'eccesso si amplifica se, alla ricchezza, si abbina un discorso di abito elitario,  legato al corpo, il fisico con le sue proporzioni corporee, con cui la cliente di Roberto Cavalli dovrà per forza fare i conti, poichè le gonne sono cortissime e gran parte delle linee, gonfie sui fianchi non donano nemmeno alle modelle. Comunque Roberto Cavalli rimane un grande portavoce delle tendenze moda e come sempre riesce a farle proprie ingigantendone i tratti generali, anche se in questo caso alcuni eccessi sono davvero troppo anche per chi ama le avanguardie.








La passerella di Prada è un grandissimo tappeto viola in un'immenso stanzone, delimitato, a zone, da giganteschi lampadari. L'effetto è Fanè e con l'aggiunta della musica, mi ricorda, L'Overlook Hotel, per intenderci, l'hotel del film Shining. La prima uscita annuncia un ritorno al total black, tutto nero, che per Prada è ormai un tema ciclico, che chiude una ricerca e ne anticipa una nuova. Il nero che,sembra, a prima vista, relegare la figura alla sola essenza di ombra, è in realtà, per Prada, l'escamotage per concentrare l'attenzione sull'essenza di certe lavorazioni e proporzioni, sull'essenza del creare moda. La parvenza dark delle modelle è solo uno delle componenti dello stile, Prada ci costinge a guardare oltre l'immagine, nel tripudio di lavorazioni e nello studio delle proporzioni che, per questa stagione, la avvicina molto allo studio di Marc Jacobs per Louis Vuitton. Sovrapposizioni, cappotti, gonne, pantaloni dagli orli corti o cortissimi e un'uso del ricamo con materiali giganti, dove le perle grosse come noci incrostano colli, polsi e orli. Dove interviene con il colore vi è in una sovrapposizione di fantasie e in alcuni casi certe creazioni mi ricordano altre, del passato, appartenute a Romeo Gigli.



Sopra alcune foto, dell' Overlook Hotel, dal Film "Shining" di Stanley Kubrick.






Opulenza al massimo dei livelli da Dolce e Gabbana che oltre ad offrire una suggestiva apertura di sfilata che ricorda il palazzo del film "Il Gattopardo",  con in sottofondo Pavarotti con "O' Sole Mio" con tanto di candelabri oro e cornici barocche sul fondo della scena, prendono  a prestito il tema per rivestire di dorati bagliori gli abiti neri, su alcuni pezzi fino all'eccesso, restituendo al marchio quel sapore di Barocco Siciliano che negli ultimi anni era andato quasi perduto.
La decorazione è la padrona assoluta,  ricami oro materici e in rilievo,  ricami dal sapore antico a mezzopunto e piccolo punto su abiti, accessori e coulotte, non stanchi di motivi barocchi, abbeliscono le modelle di nuovi ornamenti a volute e a cameo come cerchietti e diademi fra i capelli, orecchini e collier enormi tutti in metallo dorato e materiale in tinta all'abito.
Grande ritorno del pizzo stratificato e sui veli neri in testa alle modelle come citazione di quelli portati dalle donne siciliane che si recano alla Santa Messa.
Non rinunciano ad altri decori che abbeliscono scarpe e anche le calze a mò di "imparaticcio", e le stampe sono un'omaggio alla pittura con le riproduzioni di banchetti e nature morte ricche di fiori variopinti e colorati su fondi scuri come quelli di certi quadri di collezioni regali.
L'impressione di opulenza e regalità si fa più forte nel finale di sfilata dove a cascata tutte le modelle ritornano in passerella, si sovrappongono l'una all'altra fino a ricreare, con l'aiuto della musica, quel parossismo barocco tipico di certi soffitti dei palazzi nobili siciliani, dove le dee attraggono l'attenzione con la loro incomparabile bellezza e sensualità.


Sopra una scena dal film "Il Gattopardo" di Luchino Visconti.
Sotto una foto di Palazzo Valguarnera Gangi a Palermo, Sicilia, dove è stato ambientato il film.


Sotto foto dalla sfilata, particolare di abito ricamato, Borsa, Occhiali e Bijoux.



2 commenti:

  1. Ottima recensione...per la prima volta miuccia ti tradisco e mi travesto dolce e gabbana...ola per dolce e gabbana

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    1. Grazie Laura! Condivido se si deve osare meglio farlo fino in fondo! Mi unisco alla ola!

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