Solo una veloce occhiata alle sfilate ed emergono diverse tendenze, le più forti, quelle che balzano subito all'occhio sono il decorativismo barocco, le stampe macro con citazioni pop, Kitch e Lussuosa sfrontataggine che riportano alla mente le creazioni di Gianni Versace, quelle, per intenderci, fotografate da Avedon, indossate dalle Rockstars come dalle dive di Hollywood e non ultime le nuove star della passerella, le Top-model (termine coniato dallo stesso Gianni Versace).
Queste osservazioni mi sono venute vedendo la collezione Versace Couture Autunno-Inverno 2011 che ripesca dall'archivio i pezzi storici e li ripropone, con una serie di foto che ricordano i set di Vogue e delle più note campagne pubblicitarie della maison.
Guardando la collezione, rimango colpita dai pezzi più eccentrici e quelli "semplici" passano in secondo piano, l'ampia gonna rossa e il miniabito nero a motivi barocchi sono i miei preferiti.
La medusa colpisce ancora?
Sotto l'influenza della Medusa credo siano passati tutti quelli della mia generazione, almeno fino al 1997 anno in cui è morto e il gusto minimale degli anni novanta non ha riportato tutto a fogge d'abito più sobrie.
Molti di noi hanno svenduto, nei mercatini dell'usato camicie e capi in seta stampate con la medusa assieme a quel jeans in stile couture che con l'avvento di Diesel sembrava opera di uno psicopatico.
Ora riguardando quelle creazioni molti si dispiacciono di averle buttate, e da qualche mercatino qualcuno riesuma pantaloni in seta stampata vistosamente in stile Versace, indossandoli per la Vogue Fashion Night Out con camicia bianca, un fiocco colorato come cravatta, stivaletto e giacca tipo chiodo, una mise che avrei voluto fotografare.
E' quello che ha fatto Lady Gaga nel video "The edge of glory" veste alcuni dei pezzi più famosi, quelli della collezione bondage con bottoni dorati, della Haute Couture A/I 1992/93, e in alcune apparizioni veste camicie e pantaloni a stampe barocche.
Ecco che alla prima voce fuori dal coro, ma giusta, passa la parola e quello che era vecchio torna giovane e quindi di moda.
Roberto Cavalli ripesca dal suo archivio e a tratti la Medusa sembra vistosamente presente nei ricami e nella scelta delle stampe, il risultato è un barocco sontuoso come gli stucchi di Versailles, con spruzzi di colore sulle gonne a pieghe stampate e ricamate.
Blumarine gioca con un'unico modulo, la margherita, ripetendolo all'infinito con stampe, ricami ed effetti a rilievo con una tavolozza a tinte forti, che ricorda il segno delle celebri margherite di Andy Wharol, utilizzate anche da Gianni Versace in una celebre collezione.
Dolce e Gabbana sono bravissimi ad intercettare queste tendenze e in questa ci credono talmente da utilizzarla nella loro prima linea e anche per la seconda, D&G.
Per la primavera estate, il duo siciliano fa proprio il concetto di kitch mescolando al glamour una manciata di melanzane, aglio, pomodori e cipolle, i completi a metà fra diva e pin-up.
Il finale è una hit di costumi da bagno con ricami barocchi, la scenografia? La luminoria delle feste patronali.
Per la seconda linea scelgono i foulard per costruire la collezione rendendo psichedelica ogni uscita.
Se ci sono da fare affari H&M non è mai l'ultima a saperlo e non si lascia scappare la collaborazione con Donatella Versace, in prossima uscita per l'autunno-inverno una capsule collection in stile medusa (a prezzi popolari naturalmente) nei punti vendita H&M dal 17 novembre.
Sopra alcune delle più significative collezioni e campagne pubblicitarie Gianni Versace.
Versace Couture A/I 2011-12
Sopra Lady Gaga Video in "The edge of glory" e alcune apparizioni pubbliche della cantante in cui veste Versace.
mercoledì 28 settembre 2011
martedì 27 settembre 2011
En Plein Air.
"Non esiste linea, non esiste modellato, esistono solo i contrasti. Quando il colore ha tutta la sua ricchezza la forma ha la sua pienezza"
Paul Cézanne
"Quando si dipinge si disegna quanto maggiore l'armonia dei colori, tanto più preciso diventa il disegno. Alla massima ricchezza del colore corrisponde la massima pienezza della forma. Contrasto di armonie di toni è questo il segreto del disegno e del modellato"
Pablo Picasso
La linea Burberry Prorsum disegnata da Christopher Bailey, per la Primavera-Estate 2012 sembra in piena armonia con le frasi sopra riportate.
Chissà se ha tratto ispirazione dall'arte moderna per creare delle così deliziose figure di donna?
Il nero nella collezione è quasi assente così come il bianco.
Solo colori puri come quelli che uscivano dai tubetti ad olio dei pittori che dipingevano all'aria aperta (en plain air), il seppia, l'ocra, terra di Siena, verde Veronese, blu oltremare.
i colori della natura incontaminata, selvaggia e primitiva, quella dei manufatti africani che hanno influenzato Picasso e in questo caso Christopher Bailey.
Le linee fluide e ben scolpite dal colore, sono sottolineate dall'utilizzo a contasto dei materiali, tele di lino e cotone con effetti spalmati, pelle e intrecci a stuoia.
Africa, afircanismo e una cartella colori che ricorda la Femme Nue di Picasso.
Abiti strutturati in forme semplici e ripetute come in uno schema compositivo classico: cono, cilindri, sfere.
E come per Picasso le forme sono semplici, gonne a ruota e giacche a scatola, poichè a parlare è la luce, il colore dei tessuti.
Le gonne e gli abiti stampati imitano quelli che le donne africane sanno sapientemente costruire mediante nodi, incroci e effetti di drappeggio.
Effetti a stuoia e ricami fatti con materiale di legno scolpiscono gli spalloni dei trench come pure la maglieria e sono simili a quelli indossati da alcune popolazioni indigene.
Il famoso trench si veste anche dei tessuti dell'Africa, con le fantasie e le stampe tipiche dei popoli equatoriali.
Non c'è da stupirsi quindi se la location è immersa nella natura, fa da sfondo dando nuova luce ad un marchio classico.
Forse è la collezione di svolta? Credo di si, poichè da carattere e nuova connotazione dei più classici marchi inglesi.
Una vera sporcatura,sebbene controllata, di uno stile e una immagine Swinging London che aveva un po stancato.
Alcune soluzioni, come quelle degli abiti stampati sul finire della sfilata, ricordano vecchie creazioni di Romeo Gigli.
Assente però quella poesia, questa donna si innalza su zeppe variopinte e avanza sicura con tanto di borsone logato e il famoso tartan che la riveste ci riporta con i piedi in terra e ad una questione di "numeri" che ha poco a che vedere con una vita d'artista "en plain air".
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giovedì 22 settembre 2011
Made in Metropolis.
All'inizio del 1900 venne introdotto nell'Europa occidentale, nell'arte e nella moda, un nuovo stile che diede una nuova struttura alle arti figurative, visive e applicate e raggiunse il suo apice in occasione della Mostra d'Arte Decorativa tenuta a Parigi nel 1925, dove questo stile venne classificato come Art Decò.
Questo stile dalle forme lineari e scevre di ogni leziosità è la risposta chiara di una nuova borghesia ricca e rampante, che si stava affermando in opposizione ai contenuti e alle linee sinuose dell'Art Nouveau e al manierismo delle classi nobili.
L'Art Decò raggiunge la sua maturità nel 1925-1930 quando anche l'America ne prende tutte le caratteristiche innovative.
E' uno stile lineare, in alcuni esempi quasi freddo, funzionale e caratterizzato dall'uso di materiali come l'alluminio, l'acciaio inox, la lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra impiegata come rivestimento di poltrone ma anche per mobili e accessori con la tecnica galuchat.
Lo stile Art Decò fa un uso massiccio di forme geometriche, righe a contrasto e ben evidenziate, zigzag, scacchi, curve vaste che si incrociano a geometrie, motivi a 'V' che si ripetono a chevron e linee ripetute a raggiera come raggi solari e tutto quello che può far riferimento ad un'epoca ormai motorizzata che utilizza nuove leghe per la creazione di automobili.
Nuovo decorativismo legato alla funzione degli oggetti che porterà in architettura e design dell'arredo alla nascita del Movimento Moderno, che negli anni '20 e '30, ha come massimi esponenti Ludvig Mies Van Der Rohe e Le Corbusier, che nella moda trova un suo riscontro in Coco Chanel e i suoi tailleur in jersey.
L'Art Decò e il design del Movimento Moderno ispirano ancora designer di tutto il mondo come una miniera inesauribile se ne trovano tracce in nuovi talenti emergenti.
Gareth Pugh, stilista britannico classe 1981, formazione da costumista per la collezione estiva si è divertito ad evocare l'atmosfera Decò del film muto "Metrpolis" del 1927 in un mini film in cui Kristen MacMenamy è ritratta come un automa/alieno naturalmente sfoggiando l'intero guardaroba Gareth Pugh.
Sulla passerella invernale del 2011 presenta abiti con decorazioni a righe dorate su fondo nero che bene si accostano alla architettura del padiglione espositivo della Danimarca alla Mostra delle Arti Decorative del 1925 e certi incastri di righe sovrapposte ricordano i disegni di Sonia Delaunay.
Sbirciando nel backstage di Aquilano e Rimondi non si può fare a meno di notare la somiglianza con gli abiti degli anni '20, punto vita segnato in basso e colori che evocano quelli delle riviste Decò, ma anche con certe creazioni recenti di Gianbattista Valli.
Le teorie Funzionaliste dei primi '900 sembrano ancora valide.
Il concetto fondamentale del funzionalismo sociologico è lo studio della società, intesa come una globalità di strutture sociali e culturali (costumi, credenze, riti, tecniche, azioni sociali, ecc.) in relazionate fra loro, la cui funzione è quella di contribuire a preservare quelle condizioni essenziali per l'esistenza del sistema sociale stesso.
Nel quadro generale della moda sembra che lo stile Decò si stia funzionale al preservamento dello stile.
La collezione Gucci P/E 2012 è l'esempio di una interconnessione culturale che però è volta ad evolvere lo stile.
Frida Giannini si allontana dalla donna che aveva proposto per l'inverno, sembra aver guardato ad alcune collezioni del recente passato di Gucci, come i pantaloni smoking con le bande laterali, senza restare indifferente a certe proposte dei colleghi.
Il tema Decò è funzionale alla tradizione Gucci per esprimere un nuovo decorativismo, i ricami su gli abiti da sera ricordano il pinnacolo del Chrisler Building di New York, guarda caso completato proprio nel 1930.
Altri abiti hanno le frange, applicate a plastron e bloccate su un punto vita basso, ricordano senza ombra di dubbio gli abiti charleston dell'era del Grande Gatsby.
Su un pugno di proposte moda non si può giudicare quanto possono essere valide certe tendenze e se attecchiranno, ma è certo che nella grande e globalizzata metropoli della moda lo stile Decò ha più di un'estimatore, forse usato per spirito di preservazione, per emulazione o per puro gioco decorativo resta sempre un tema affascinante per chi nella metropoli non vuole confondersi e vuole crearsi uno stile unico ma anche per chi confondendosi con altri, tenta di sopravvivere.
Sopra un frammento del film di Fritz Lang "Metropolis", la trasformazione di Maria, da donna a robot.
Sopra video cortometraggio Gareth Pugh con Kristen McMenamy, ispirato a Metropolis.
Gareth Pugh F/W 2011-2012.
Esposizione delle Arti Decorative, Parigi 1925, padiglione della Danimarca.
Sopra un disegno di Sonia Delaunay e la stessa nel suo studio, foto del 1925.
Sopra tre foto dal backstage di Aquilano e Rimondi A/I 2011-12.
Modelli con frange Harpers Bazaar ottobre 1926.
Parisian Night Club 1927.
Illustrazione con abiti a frange 1925.
Particolare del Chrisler Building a New York.
Sopra quattro proposte Gucci P/E 2012
Questo stile dalle forme lineari e scevre di ogni leziosità è la risposta chiara di una nuova borghesia ricca e rampante, che si stava affermando in opposizione ai contenuti e alle linee sinuose dell'Art Nouveau e al manierismo delle classi nobili.
L'Art Decò raggiunge la sua maturità nel 1925-1930 quando anche l'America ne prende tutte le caratteristiche innovative.
E' uno stile lineare, in alcuni esempi quasi freddo, funzionale e caratterizzato dall'uso di materiali come l'alluminio, l'acciaio inox, la lacca, legno intarsiato, pelle di squalo o di zebra impiegata come rivestimento di poltrone ma anche per mobili e accessori con la tecnica galuchat.
Lo stile Art Decò fa un uso massiccio di forme geometriche, righe a contrasto e ben evidenziate, zigzag, scacchi, curve vaste che si incrociano a geometrie, motivi a 'V' che si ripetono a chevron e linee ripetute a raggiera come raggi solari e tutto quello che può far riferimento ad un'epoca ormai motorizzata che utilizza nuove leghe per la creazione di automobili.
Nuovo decorativismo legato alla funzione degli oggetti che porterà in architettura e design dell'arredo alla nascita del Movimento Moderno, che negli anni '20 e '30, ha come massimi esponenti Ludvig Mies Van Der Rohe e Le Corbusier, che nella moda trova un suo riscontro in Coco Chanel e i suoi tailleur in jersey.
L'Art Decò e il design del Movimento Moderno ispirano ancora designer di tutto il mondo come una miniera inesauribile se ne trovano tracce in nuovi talenti emergenti.
Gareth Pugh, stilista britannico classe 1981, formazione da costumista per la collezione estiva si è divertito ad evocare l'atmosfera Decò del film muto "Metrpolis" del 1927 in un mini film in cui Kristen MacMenamy è ritratta come un automa/alieno naturalmente sfoggiando l'intero guardaroba Gareth Pugh.
Sulla passerella invernale del 2011 presenta abiti con decorazioni a righe dorate su fondo nero che bene si accostano alla architettura del padiglione espositivo della Danimarca alla Mostra delle Arti Decorative del 1925 e certi incastri di righe sovrapposte ricordano i disegni di Sonia Delaunay.
Sbirciando nel backstage di Aquilano e Rimondi non si può fare a meno di notare la somiglianza con gli abiti degli anni '20, punto vita segnato in basso e colori che evocano quelli delle riviste Decò, ma anche con certe creazioni recenti di Gianbattista Valli.
Le teorie Funzionaliste dei primi '900 sembrano ancora valide.
Il concetto fondamentale del funzionalismo sociologico è lo studio della società, intesa come una globalità di strutture sociali e culturali (costumi, credenze, riti, tecniche, azioni sociali, ecc.) in relazionate fra loro, la cui funzione è quella di contribuire a preservare quelle condizioni essenziali per l'esistenza del sistema sociale stesso.
Nel quadro generale della moda sembra che lo stile Decò si stia funzionale al preservamento dello stile.
La collezione Gucci P/E 2012 è l'esempio di una interconnessione culturale che però è volta ad evolvere lo stile.
Frida Giannini si allontana dalla donna che aveva proposto per l'inverno, sembra aver guardato ad alcune collezioni del recente passato di Gucci, come i pantaloni smoking con le bande laterali, senza restare indifferente a certe proposte dei colleghi.
Il tema Decò è funzionale alla tradizione Gucci per esprimere un nuovo decorativismo, i ricami su gli abiti da sera ricordano il pinnacolo del Chrisler Building di New York, guarda caso completato proprio nel 1930.
Altri abiti hanno le frange, applicate a plastron e bloccate su un punto vita basso, ricordano senza ombra di dubbio gli abiti charleston dell'era del Grande Gatsby.
Su un pugno di proposte moda non si può giudicare quanto possono essere valide certe tendenze e se attecchiranno, ma è certo che nella grande e globalizzata metropoli della moda lo stile Decò ha più di un'estimatore, forse usato per spirito di preservazione, per emulazione o per puro gioco decorativo resta sempre un tema affascinante per chi nella metropoli non vuole confondersi e vuole crearsi uno stile unico ma anche per chi confondendosi con altri, tenta di sopravvivere.
Sopra un frammento del film di Fritz Lang "Metropolis", la trasformazione di Maria, da donna a robot.
Sopra video cortometraggio Gareth Pugh con Kristen McMenamy, ispirato a Metropolis.
Gareth Pugh F/W 2011-2012.
Esposizione delle Arti Decorative, Parigi 1925, padiglione della Danimarca.
Sopra un disegno di Sonia Delaunay e la stessa nel suo studio, foto del 1925.
Sopra tre foto dal backstage di Aquilano e Rimondi A/I 2011-12.
Modelli con frange Harpers Bazaar ottobre 1926.
Parisian Night Club 1927.
Illustrazione con abiti a frange 1925.
Particolare del Chrisler Building a New York.
Sopra quattro proposte Gucci P/E 2012
giovedì 15 settembre 2011
VOGUE US Settembre 2011 - "Playing to Type"
Fotografo: Steven Meisel.
Stylist: Grace Coddinghton.
Modelle: Caroline Trentini, Fei Fei Sun, Jourdan Dunn, Daria Strokous and Mirte Maas.
Makeup: Pat McGrath.
Hair: Guido Palau.
Stylist: Grace Coddinghton.
Modelle: Caroline Trentini, Fei Fei Sun, Jourdan Dunn, Daria Strokous and Mirte Maas.
Makeup: Pat McGrath.
Hair: Guido Palau.
mercoledì 14 settembre 2011
martedì 13 settembre 2011
Ludico e Unico.
Da un po di tempo a questa parte vedo solo Bambole di carta, come quelle che si ritagliavano e vestivano piegando i lembi di carta.
Come quelle del celebre album Polka Dot, con le versioni di star e personaggi celebri vestite a fantasia Polka Dot (in inglese) o Pois (in francese).
Bamboline di carta a cui molti creatori di moda devono ispirarsi, visto che decorano solo il davanti degli abiti.
Come nel caso di Prada, gli inserti di abiti e cappotti sono decorati solo sul davanti, una tecnica adottata da lei, e poi da altri, forse anche per ovviare a problemi di produzione ma che ora è diventato un motivo su molte passerelle.
Il tema del gioco e della bambola con tanto di pois che la fanno da padrone, ritorna di tanto in tanto sulle passerelle per un flash di stagione.
Se però, i pois li usa il re pop della moda, Marc Jacobs, i pois si impadroniscono dell'intero guardaroba e ricordano un'opera di Roy Lichtenstein, trasformando le modelle in signorine grandi firme dell'era moderna.
Marc Jacobs è un perfezionista del total look e anche nell'accessiorio non dimentica di mettere pois grandi e piccoli.
Li applica su materiali particolari come la pelliccia, dove perfino il bottone è un pois a tre dimensioni, la forma ricorda un Bubblegum, trasformando l'accessorio in un giocattolo di lusso.
Anche la pubblicità di Marc Jacobs è un gioco, la testimonial è l'attrice Helena Bonham Carter, si veste da bambolina e sbeffeggia lo spettatore.
Ludico sinonimo di unico anche per la personale visione di tronchetto proposta da Sergio Rossi, bianco a pois neri con ruches plissttata alla caviglia che sarebbe perfetto per una moderna Crudelia.
L'aspetto ludico è una delle caratteristiche fondamentali delle collezioni di borse Lulu Guinness, stilsta inglese, che da alle pochette forme fantasiose.
Questo inverno il modello Lip Clutch, a forma di bocca, è uno dei più richiesti ed è in vendita nel sito (www.luluguinness.com) in tanti materiali e tonalità di colore, il mio preferito? Quello in serpente nero con le borchie.
Un gioco anche quello di Givenchy che sottolinea l'aspetto dark della collezione invernale facendo indossare alle modelle un cappello da baseball, con orecchie da micetta.
Proposto solo in nero evoca lo stile catwoman sottolineando lo spirito fumetto presente nella collezione.
Cosa dire anche della borsa di Balenciaga? Sembra un gonfiabile, composta da tanti tubi imbottiti in pelle nera intrecciati insieme.
Nello stesso materiale ha proposto il bomber, che è già una icona di questo inverno 2011-2012.
A proposito di icone e bambole mi incuriosisce il lavoro di design che è stato creato per Mattel e la sua celebre icona, la Barbie, per il nuovo shop di Shangai.
Un palazzo di 5 piani che riproduce la casa-palazzo della celebre bambola con tanto di facciata trasparente a vetri rosa (naturalmente!) così che dalla piazza antistante il negozio si può vedere all'interno, arredamento e allestimento da capogiro.
Nel punto vendita oltre a tutti i modelli di Barbie ci sono:
boutique, Nail-bar, SPA e la possibilità di essere stilista per Barbie per un giorno.
Super bambole e mini bambole si evolvono e la Blythe, nata nel 1972 e prodotta da Hasbro, è uno dei nuovi fenomeni sul web, da quando l'ha rilanciata Gina Garan, immortalandola in un libro nel 2000.
Su flikr i collezionisti la fotografano in pose e allestimenti perfetti.
Alta 11 cm con braccia e gambe snodabili, un "capoccione" in 20 modelli diversi, due occhioni con lunghe ciglia che si aprono e chiudono è una fonte inesauribile di ispirazione.
La Blythe è la preferita di grandi stilisti come Gianni Versace, Sonia Rikiel, Alexander McQueen, Gucci che ne hanno personalizzato aspetto e guardaroba. Lady Gaga possiede delle Blythe a propria immagine e somiglianza.
La blythe mania dilaga e per chi ne volesse una personalizzata può affidarsi a uno dei numerosi tutorial presenti su youtube così da unire veramente ludico e unico.
Sopra "Polka Dot" Paper Dolls Album (Special edition)
Sopra Prada, redazionale
Sopra scultura di Roy Lichtenstein.
Sopra alcune foto dalla collezione
Marc Jacobs autunno inverno 2011-12.
Helena Bonham Carter per Marc Jacobs.
Sopra calzatura a pois Sergio Rossi.
Serie Lip Clutch di Lulu Guinness e particolare del modello Lip clutch borchiata.
Sopra dalla sfilata Givenchy, cappello da baseball con orecchie stile catwoman.
Sopra due foto Balenciaga, a destra foto del backstage, giacca Bomber, a sinistra dalla sfilata una delle borse con la stessa lavorazione.
Sopra tre foto dello store Barbie a Shangai.
Sopra Blythe in diverse versioni e
un primo piano della versione By Gucci.
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