martedì 30 ottobre 2012

A Piccole Dosi


John Sargent
Nonchaloir (Repose), 1911
olio su tela (64 x 76 cm.)
National Gallery of Art, Washington, D.C.

Una Foto A Caso


Foto del ghiacciaio a Jostedalsbreen National Park, Olden, Norvegia

venerdì 26 ottobre 2012

Apatia e Nutrimento


Ci si può lamentare che tutto va male se siamo noi gli artefici dell'apatia e l'appiattimento che imperversa anche da un semplice magazine di moda?
Credo proprio di no. Questo pensiero mi è venuto nei giorni scorsi sfogliando una rivista di moda fra le più vendute quando girando le pagine mi sono imbattuta in due pubblicità stampate sulla pagina destra del magazine e con un gioco di solleva-abbassa sembrava di vedere un film in stop motion.
Le due immagini si somigliano in tutto e tanto le modelle che il contesto sembrano gli stessi o comunque molto simili, per non parlare del prodotto che per il primo marchio è assolutamente calzante al target restando comunque noioso e per il secondo, con un prodotto assolutamente fuori dal target e noioso quanto il primo.
Immagini apatiche per gente apatica? Forse.
La mia apatia sta andando oltre, ultimamente mi occupo più di cucina che di moda e andando a fare shopping, quel poco che posso permettermi, non trovo nulla per cui vale la pena fare lunghe file a parte quella teglia per dolci, all'avanguardia e di design che ho messo subito all'opera. 
L'impressione che ho avuto è che anche i negozi sono in sofferenza sopratutto le grandi catene, nemmeno l'ultima collaborazione illustre aiuta a far uscire da H&M maglioni e abitini.
L'apatia è una brutta bestia e sembra anche contagiosa ma non fa calare i consumi dei generi alimentari, che hanno una flessione per il potere d'acquisto diminuito a causa dei rincari su tutti i fronti.
Ci si affida al discount piuttosto che al supermercato noto e si tenta di ridurre la spesa quotidiana facendo in casa anche una semplice pasta visto che il consumo di uova e farina è aumentato.
Ho notato inoltre che, nei grandi centri commerciali e per le vie dello shopping molti preferiscono sedersi con gli amici in un locale a bere e a mangiare qualcosa piuttosto che comprarsi l'ultimo capo alla moda. 
Allora mi domando se ci sia un collegamento fra il desiderio di nutrirsi e l'apatia, anche creativa, che sta appiattendo la vita di tutti i giorni in un'unica melma informe.
Se le due cose sono collegate forse c'è un collegamento anche con la scelta, ormai sempre più evidente, di informarsi su internet e vivere la rete come unica fonte per dare nutrimento a chi di immagini ci lavora e ci vive abbandonando definitivamente i formati cartacei ormai poveri di contenuti o comunque non all'altezza di colmare la fame del consumatore.







giovedì 25 ottobre 2012

She Wolf



Sopra foto Ryan McGinley


Sopra nella foto Daria Werbowy





Sopra scultura Cynthia Consentino "Wolf Girl III" (2009) ceramic and mixed media, image courtesy of the Northern Clay Center.










Sopra Foto HELMO.


 





lunedì 22 ottobre 2012

Sono un Lupo



Ti temo e ti desidero timido raggio di sole dietro la collina che si fa voce alta se la mia mente supera quell’orizzonte.
Sei in me come la voce del fiume su ciottoli grandi e le volute del vento fra l’erba alta.
Bosco dorato del mio passato in un’ attimo rivivi come foresta tropicale.
Sei il fruscio nel sentiero vestito di foglie e l’ombra frastagliata e netta sul sottobosco dei miei desideri.
Danzi in me, come pioggia sulla terra calda, nel reciproco abbraccio sei fonte di forza per realizzare ogni idea.
Nascosto come mora tra i rami puntuti dei miei pensieri sei il nutrimento quotidiano di ogni azione e gesto.
Così vivi in me e così hai sepolto ogni mia paura.
Vivo come il lupo sulla rupe dei sogni, affronto il baratro possibile come paesaggio fondamentale di una vita ricca di progetti.
Non cado nell’inganno, il tuo ricordo è desidero e ricetta per un sogno, che mi aiuta a proseguire su nuovi sentieri e a sopravvivere nella quotidiana sfida di non essere infelice.

Foto HELMO, Thomas Couderc e Clément Vauchez, "Betes de Mode" per Gallerie Lafayette Parigi 2009.

giovedì 11 ottobre 2012

Punti di Vista | PRADA | Autunno Inverno 2012/13



Le leggi della moda sono dure, ciò che è di moda è per molti, quello che fa tendenza per alcuni e quel che fa avanguardia sicuramente è per pochissimi.
Prada mescola il tutto, in un suo, ormai ampio repertorio, creando ogni volta uno stile che è un mix che bene si adatta ai tre tipi di pubblico o perlomeno è uno di quei marchi che fa da faro ai nuovi cambiamenti di rotta per le passerelle di tutto il mondo quindi tocca tutti i tipi di pubblico, anche quello che per principio non la stima.
Quindi, riassumendo, una collezione Prada appena esce in passerella è avanguardia, in seconda battuta durante la stagione è tendenza e passata la stagione è di moda.
Sulla sua passerella invernale ci fa immergere in un mondo, non nuovo e possiamo identificare da dove ha attinto per ogni ispirazione ma sicuramente ci fa pensare ad un viaggio, che poi è più mentale che fisico poichè ogni cifra del suo stile proviene da un luogo ben preciso ed ha un un legame profondo con la cultura stessa della stilista che con l'epoca attuale, che le è quasi sempre, antagonista.
In una lotta estrema per svincolarsi dalla etichetta di stilista alla moda, Prada, per non fare in modo che il marchio risulti statico, toglie dal suo stile i concetti che sono già diventati di moda (di solito nell'arco di una stagione) lasciando solo una debole scia del suo stile precedente, riconoscibile in un tessuto una finitura o un accostamento di repertorio.
Prada rielabora i suoi concetti facendo in modo che la sua donna non risulti mai ferma, ma ci appaia come una eterna viaggiatrice, oltre che una mangiatrice di stili, di cui fagocita elementi, icone, personaggi e personalità.
In poche parole ciò che rende nuovo lo stile di Prada è un concetto vecchio mescolato ad altrettanti già vecchi del suo archivio storico, di nuovo c'è la maniera in cui vengono elaborati e mescolati.
La forza di una collezione di Prada è nella reciproca  forza che si donano elementi contrastanti, il fiore fermato con una borchia di ferro, un tessuto a disegni tappezzeria lavorato come un capo di alta moda, la classica calzatura mary jane corazzata come uno stivale heavy metal.
Ciò che rende classico lo stile di Prada è la foggia immortale di alcuni pezzi che, svincolati dal contesto, funzionerebbero anche fra alcuni anni, come il tubino nero, il tailleur pantalone, il cappotto doppiopetto.
In questa proposta invernale fra gli eccessi del trucco e di alcuni pezzi d'immagine la collezione è di facile lettura e i riferimenti sono agli anni '60, alle dark lady, all'asia, l'arte psichedelica e al rigore militare e poi sapete che vi dico? Il mio viaggio l'ho compiuto e ci ho visto questo. Ora fate voi!

Punti di Vista | Alexander McQueen | Fall Winter 2012-2013


L'inverno di Alexander McQueen, disegnato da Sarah Burton, è la citazione di quell'immaginario caro al fondatore del marchio.
Su un palcoscenico scuro, sovrastato da una scultura di gocce di cristallo, si muove, ad altezza uomo, un esercito di bionde.
In bilico fra mondo terreno e ultraterreno le modelle appaiono sospese sulle scarpe altissime anche grazie all'atmosfera creata dalla musica.
Un gioco di note fuso ad un respiro affannoso, misterioso,  sensuale che scandisce il passo altero di ogni ragazza.
L'inizio della collezione è un trionfo di bianchi e una citazione alla regina dei ghiacci, più volte musa della maison.
Le lavorazioni richiamano quelle di certi abiti inglesi fra il 1600-1616 e alcuni dettagli come i colli a gorgiera (in questo caso di pelliccia/piume) e le lavorazioni a "cannone" sembrano ripresi dall'iconico costume elisabettiano (Elisabetta I Tudor).
Da metà sfilata in poi la creatura della prima parte della collezione muta assieme alle superfici e ai materiali, tessuti operati, applicazioni di piume , volant e pellicce, prendono il sopravvento e il corpo sembra espandersi. 
Le vaporose lavorazioni catapultano lo spettatore in un mondo fatto di creature fantastiche, in bilico fra flora e fauna.
La musica scandisce la metamorfosi e gli abiti sono a malapena riconoscibili nel susseguirsi di colori bianco, rosso, mauve e nero.
Lo scopo della collezione sembra essere l'annullamento del corpo, senza però modificarlo. 
Si percepiscono sotto le stratificazioni, i volumi originali ma i rimandi fantastici annullano la volontà dello spettatore di individuarne i tratti.
Così ci si lascia andare allo spettacolo visionario fino  all'ultima uscita in total black, impossibile da individuare sullo sfondo nero.
Annullato l'ultimo corpo e con esso lo spettacolo, allo spettatore rimane la sensazione di aver partecipato a un rito catartico, dove gli estremismi dello stile McQueen sono contemporaneamente la causa e la cura di tanta attenzione da parte del pubblico (sopratutto di fashion victim).

mercoledì 10 ottobre 2012

Punti di Vista | MARNI | Autunno Inverno 2012-13


La collezione invernale di Marni, disegnata da Consuelo Castiglioni è quasi monotona, colori rigorosi bianco, nero, cammello, grigio ma punteggiati da una nota di rosso acceso. 
Il rosso deciso dona all'insieme un carattere "fumettato" che non ci si aspetta da questo marchio, che solitamente ci ha abituato ad un gioco fatto di accostamenti morbidi e una donna con i piedi affondati nel presente anche quando viaggia con la testa. 
Quella donna sembra mutata in un'incrocio fra Mercoledì Addams e Emily the Strange versione adulta, con tanto di iconico capello liscio con frangetta, dagli occhi quasi celati e cerchiati dall'ombretto sfumato di rosso, donano alle modelle uno sguardo drammatico.
Anche gli accessori giocano con i colori della collezione e seguono lo stile fa l'infantile e il dark.
Il gioco di stampe e fantasie con cui il marchio è diventato famoso sono quasi assenti, quelle poche presenti, seguono il filo conduttore della collezione, grandi fiori su fondo neutro,  grandi quadri in bianco e nero sul tessuto tweed o jacquard dorati su fondo nero. 
Nella totalità le figure che sfilano sono più che altro vestite di segni a campiture piatte come quelle di certe illustrazioni dove il personaggio principale emerge dalla pagina con un colore che lo fa emergere dallo fondo altrimenti anonimo di una scena in bianco e nero.

martedì 9 ottobre 2012

Punti di Vista | Jil Sander | Fall Winter 2012-2013


La collezione autunno inverno 2012/13 di Jil Sander è l'ultima firmata da Raf Simons, il suo stile è evidentemente contaminato dalla Couture e dall'archivio storico della Maison Dior di cui è neo direttore creativo.
Alcuni capi ricordano molto quelli presentati alla Couture dello scorso luglio anche se qui non c'è traccia del ricamo che troviamo sui completi dell'alta moda, sarebbero stati veramente troppo per il celebre marchio noto per la pulizia delle sue linee.
E' palese che i riferimenti di Simons vadano verso donne taglienti, alcuni capi sarebbero perfetti per una per una eroina "Hitchcokiana" ambigua e lunare come quella interpretata da Kim Novak nel film "Vertigo", in italia con il titolo "La donna che visse due volte".
E' noto che Jil Sander non è un marchio noto per le decorazioni, la bellezza di ogni capo è nella costruzione sartoriale, ogni volume e ogni piega seducono con un'uso sapiente di inserti di materiale differente e un'uso del colore raffinato e senza tempo.
Anche se io adoro il bianco d'inverno le tonalità di questa collezione, con le sue variazioni di bianco appena sporcato di colore, fanno dubitare che si tratti di una collezione invernale.
Oltre il colore sono veramente pochi gli strati di tessuto che proteggono il corpo diafano delle modelle dal freddo di New York, dove il marchio sfila.
Bellissimi i coat, i cappotti, in tessuto double che avvolgono le prime uscite e bene si abbinano ad essi gli abiti scivolati con inserti di tessuto rosso.
Fra le novità interessanti, per un marchio come Jil Sander,  ci sono gli abiti dalla linea a corolla, quello che preferisco è in una tonalità rosa confetto, da indossare esattamente come è stato proposto in passerella, con scarpe alte a punta, rossetto rosso acceso (Rouge Dior), acconciatura raccolta e, vera nota raffinata, le mani in tasca con cui sarà difficile non atteggiarsi come un croquis firmato Monsieur Dior.

Icone di Moda | Fashion Icons


Foto di Jeanloup Sieff, Abito Yves Saint Laurent, Vogue Paris 1970, © JeanLoup Sieff.

venerdì 5 ottobre 2012

Frasi da Film | Il buono il brutto e il cattivo | Regia Sergio Leone (1966)


Punti di Vista | Dolce e Gabbana



Le signore di Dolce e Gabbana amano giocare con le contraddizioni.
Pur trattandosi della stagione invernale le suddette non hanno freddo e spesso indossano veli e pizzi, svelando l'abbigliamento intimo in stile, tipico della casa.
Non hanno timore di essere seminude e mostrarsi nonostante i casti veli neri siano sul loro capo proprio come quelli di certe donne che si recano alla santa messa.
Le loro acconciature richiamano quelle della virginale e dimessa Lucia Mondella, la testa è contenuta in una treccia ma costellata d'oro a cui si abbinano vistosi orecchini, l'insieme fa da cornice al viso.  
Sotto il profilo sartoriale, la collezione, entra a far parte del solito repertorio Dolce e Gabbana ma il rito della sfilata risulta rinnovato grazie ad un'uso smodato di ricami barocchi, esclusivamente d'oro, che incrostano abiti e accessori, questi ultimi saranno sicuramente più ambiti rispetto all'abito trasparente e meno difficili da indossare rispetto, al cappotto o a una cappa nera ricoperta d'oro. 
Non credo vedrò mai nessuno alla messa domenicale in total look Dolce e Gabbana ma ammetto che mi divertirebbe proprio, penso però che sono gli accessori i pezzi forti della collezione sopratutto i bijoux.

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